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Luogo

Sala inCooperazione
Sala inCooperazione, Via Giovanni Segantini, Trento, TN, Italia

Data

22 Giu 2024

Ora

21:00 - 23:30

ALBERTO BERTOLI IN CONCERTO

TRENTO2024 CAPITALE EUROPEA DEL VOLONTARIATO

…eppure il vento soffia ancora

BERTOLI CANTA CON BERTOLI

Sala inCooperazione

Via Giovanni Segantini 10 – Trento

Dedicato a Graziella Anesi

…eppure il vento soffia ancora… non vuole essere un semplice concerto ma un evento vero e proprio in occasione di “Trento2024 capitale europea del volontariato” dove ricordare e mantenere viva la memoria di una donna speciale come Graziella Anesi: un evento, un momento di gratitudine, ricordo ma anche di prospettiva dove vogliamo mantenere vivo il suo grande progetto che ha caratterizzato la sua vita nonostante la fragilità fisica che ha contraddistinto la sua esistenza. Si perché le sue idee hanno lasciato un segno pragmatico, sicuro e forte, proprio come era la nostra Graziella. Certo con lei abbiamo perso un riferimento importante. Si perché Graziella è stata, ed è ancora, quell’anima vulcanica e combattiva del mondo del volontariato e della disabilità. A partire da queste prime riflessioni ci sembra buono e giusto ricordare quella che per Trento ed il Trentino ha rappresentato e rappresenta uno di quei “pellegrini di Pace” che hanno reso speciale non solo il mondo del volontariato ma anche quello della disabilità. Ma arrivati a questo punto molti ci hanno chiesto e si chiedono perché questo evento mette fianco a fianco Pierangelo Bertoli e Graziella Anesi: perché ci troviamo di fronte si ad una grande artista ed ad una straordinaria operatrice, a due veri “guerrieri di speranza” ma, soprattutto, ad un grande uomo e ad una grande donna che hanno dato coraggio a tante persone con disabilità che al posto di nascondersi hanno cominciato a credere che anche loro potessero vivere appieno la vita e… a muso duro, come ci racconta il figlio Alberto ed i tanti amici di Graziella. Due speciali eredità da raccogliere e raccontare dove si potrà trovare, vedere e vivere il coraggio e la forza di una bellissima storia di musica e disabilità, accomunati da una vita “a muso duro”, ricca di poesia e di difesa dei più deboli. Si, Graziella e Pierangelo, hanno portato nel mondo del volontariato e della disabilità un vento nuovo, portando avanti una lotta contro lo sguardo pietistico altrui. Forte era in Graziella l’amore per la Musica e forte anche il legame con un artista come Pierangelo Bertoli accomunati nel loro vissuto, un vissuto che inevitabilmente nasce anche dalla loro esperienza personale, che li ha visti fin da piccoli, e per tutta la vita, dover vivere e muoversi su una carrozzina. Una condizione che li ha fatti diventare una figura di riferimento nella lotta per la parità dei diritti delle persone con disabilità. Una battaglia, una lotta che non è ancora finita: ecco il perché di “…eppure in vento soffia ancora…”.

Perché «Con i brani di mio padre canto la forza dei disabili», con queste parole Alberto, il figlio di Bertoli, si presenta e pensando ad esse porterà sul palco la magia di chi crede nella forza della memoria e nel valore dell’esempio e l’esempio di suo padre affiancato a quello della nostra Graziella saranno il filo conduttore della serata. Perché è l’esempio il valore aggiunto per ogni percorso di formazione e di educazione ed il volontariato stesso ha come base concreta l’esempio. Pierangelo e Graziella amavano parlare, scherzare. Amavano soprattutto gli incontri e tutti quelli che li hanno incontrati si ricordano di loro con piacere perché l’incontro per loro era vita ed occasione per creare legami. Si, per tutti e due l’incontro era un arte e difatti la loro vita ha sempre avuto come elemento speciale quella che si può chiamare “l’arte dell’incontro”. E difatti le loro vite sono tutte un racconto dove preferivano parlare più che di loro delle loro attività, di sogni realizzati, del loro agire, del bisogno di rispondere alle ingiustizie con l’azione, della loro sete di esperienza di conoscenza e di informazione, di quell’informazione necessaria per affrontare la vita, per andare “oltre”. Di tutto questo e altro si occuperà questo evento speciale. Perché se tante cose sono state fatte, vissute, sognate e realizzate “…eppure il vento soffia ancora…” quel vento che loro hanno sempre amato e che ci accarezzerà tutti in questa sera di giugno, fra emozione, meraviglia e stupore.

Ed è proprio pensando a tutto questo che con Alberto, il figlio di Pierangelo Bertoli, è nata l’idea di questo evento, di questo evento mirato e pensato proprio per “TRENTO 2024 CAPITALE EUROPEA DEL VOLONTARIATO” e dedicato a Graziella Anesi, dove “Bertoli canta Bertoli”: una serata fra immagini, musica e parole. Una serata dove celebrare in maniera intima e  all’insegna della meraviglia e dello stupore quel legame che esiste fra due persone accomunate da una storia comune, quel legame speciale fra padre e figlio, quei legami che sono all’origine del volontariato stesso perché il volontariato è fatto di legami. Legami. Perché nel dedicarsi agli altri si cresce e si possono conoscere persone che hanno fatto la nostra stessa scelta e con cui si possono creare legami, rapporti di amicizia e di condivisione. Vivere la bellezza dell’impegno, la forza dell’esempio, l’impegno e l’esempio che danno il potere di cambiare, di colmare le carenze e di trasformare in meglio il mondo.  Nella consapevolezza, come diceva Bertoli in un intervista con Biagi, che “la maggior parte delle difficoltà sono nella testa e nella cultura delle persone più che nella realtà. Credo che ci siano delle difficoltà oggettive, per alcuni, ma i problemi stanno principalmente nella cultura che è fatta di pietismo. Tutti abbiamo degli handicap ed è la stessa cosa. Rispetto ad altri aspetti sarò io ad aiutare te: uno scambio tra persone sereno e paritario”. Proprio come ci hanno insegnato Graziella e lo stesso Pierangelo: il loro essere, il loro vivere e fare il volontariato è sempre stato  “uno scambio tra persone sereno e paritario”. E chiudiamo con le parole del figlio di Bertoli: “Voglio sgomberare il campo da equivoci -sottolinea Alberto- lui non ha mai parlato in modo esplicito e diretto di disabilità: non ne aveva bisogno perché il modo più forte di far passare il messaggio che la sua era una condizione differente ma non per questo anormale era l’essere quel che era senza nessun timore”. Ecco perche “…eppure il vento soffia ancora…”, per Graziella, per Pierangelo, per noi e per tutti voi.

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